Ma com’è che stai lavorando, se sei in Calabria?
chiede mia sorella sul gruppo Telegram di famiglia.
Effettivamente sembra avere poco senso che abbia deciso di passare una settimana in Calabria proprio nella settimana in cui reinizio a lavorare dopo due settimane di ferie in Sardegna.
Croce e delizia del lavoro da remoto: posso lavorare ovunque ci sia una rete wi-fi, e a volte preferisco farlo anche da posti vacanzieri. È un modo per continuare a sentirmi in modalità relax anche se devo ritornare a concentrarmi per la maggior parte della giornata sui ticket di supporto dei clienti.
Quest’estate me la sto comunque vivendo all’insegna del “se si può, si fa“, ed ecco che —dopo una breve ma intensa ricerca su AirBnb— qualche tempo fa ho prenotato un appartamento ad Amantea, in provincia di Cosenza.
Perché venire proprio ad Amantea ad agosto?
Amantea si trova sul mare ed è un paesino che farebbe da scenografia perfetta per un film neorealista, con i lampioni aranciati, il selciato, le ringhiere in ferro battuto e le pareti scrostate del centro storico.
Si affaccia sul Mar Tirreno e si divide fra quartiere nuovo – quello più a ridosso della spiaggia – e il centro storico arroccato sulla collina sormontata dal Castello.
Il paesaggio notturno è veramente incantevole e ogni sera sto assistendo dall’alto dei bastioni a dei tramonti sul mare che lasciano senza fiato.
Ma per me il vero motivo per cui venir qui era specialmente uno: il Festival Internazionale di cinema de La Guarimba.
Lo avevo inserito nei piani dell’estate scorsa, ma per motivi tecnico-economici era saltato.
Quest’anno non mi sono fatta fregare e ho incastrato per benino una settimana di soggiorno qui in concomitanza con il Festival.
Ho conosciuto questo festival di cortometraggi qualche anno fa, quando ho iniziato a seguire il lavoro dell’illustratrice Sara Fratini, che avevo incontrato al Salone del Cómic di Barcellona.
Qualche volta ho pubblicato qui sul blog alcune delle sue illustrazioni, delicate e vivaci rappresentazioni di trentenni e qualcosa come noi 😉
Sara è venezuelana e da qualche anno vive ad Amantea con Giulio, il suo compagno calabro-venezuelano: insieme hanno fondato l’Associazione Culturale La Guarimba e avuto l’idea del Festival, che poi hanno realizzato collaborando con El Tornillo De Klaus, un collettivo di artisti audiovisivi e critici cinematografici spagnoli.
La loro storia sembra una di quelle saghe romantiche in cui i punti di arrivo e partenza sono però al contrario: in una regione in cui il tasso di emigrazione è altissimo (e che Amantea ricorda con una scultura in Piazza dell’Emigrante), Giulio ha fatto una scelta controcorrente e dal Venezuela, dopo un periodo in Spagna, è tornato a vivere in Italia. Chiedendo a Sara di andare con lui.
Ecco come due venezuelani sono finiti a vivere qui, in un paesello di 14000 abitanti a 60 km da Cosenza.
Le origini calabresi di Giulio e la casa dei nonni ad Amantea hanno probabilmente reso il ritorno più facile. Con in tasca una laurea in giornalismo e un’altra in cinema, si è rimboccato le maniche e ha fatto una di quelle cose che molti emigrati sognano di poter fare: contribuire alla vita sociale del loro paese di origine con un progetto importante.
Nel suo caso, riavvicinare le persone al cinema: non per nulla il motto del Festival de La Guarimba è «Riportare il cinema alla gente e la gente al cinema».
Ed è quello a cui si assiste, aggratis – è importante specificarlo – ad Amantea anche quest’anno, per la quinta volta, dal 7 all’11 agosto.
Guarimba per gli indios venezuelani significa “posto sicuro”, ed è così che ci si sente in questa settimana durante la quale il paese pullula di volontari, illustratori, registi e appassionati che partecipano al festival.
La maggior parte di loro vengono dall’estero: moltissimi spagnoli, ma anche svizzeri, tedeschi, ungheresi, inglesi, statunitensi, giapponesi…E poi ci sono i tanti ragazzi africani che da un paio d’anni vivono ad Amantea e a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiati: Sara mi dice che sono circa 400.
Alcuni di loro collaborano con il festival, aiutando nell’organizzazione di corsi come quello di tinture naturali con la cipolla di Tropea o quello di danze africane.
Un tripudio di lingue e culture accomunate dalla stessa passione per il cinema che la sera si raduna al Parco della Grotta per 3 ore di cortometraggi.
E parliamo anche di questo Parco della Grotta, che io uno scenario così bello per una manifestazione di cinema all’aperto non l’avevo mai vista.
Anticamente il mare che lambisce Amantea arrivava fin qui, e il paesello era uno scalo frequentatissimo dei commerci fra Napoli e Reggio Calabria. La grotta era una sorta di porto naturale che accoglieva le imbarcazioni, mentre oggi è circondata da prati e sembra l’ingresso di una foresta tropicale.
Leggendo la storia de La Guarimba e ascoltando Sara e Giulio quando parlano dei loro progetti in giro per la Calabria, penso a quanto ancora di bello sia possibile fare nei posti da cui siamo andati via.
Non senza difficoltà, ovviamente.
Amantea mi ricorda tanto il mio paesello in Sardegna, soprattutto quando si parla della mentalità degli abitanti e dell’innata diffidenza verso il nuovo e chi questo nuovo cerca di proporlo.
Riuscire a organizzare un festival di questo tipo, lottando con le amministrazioni comunali, la burocrazia e l’invidia di chi non vorrebbe mai veder cambiare lo status quo, è un atto di coraggio e di grande imprenditorialità.
Gli altri progetti di Sara e Giulio non sono da meno in quanto a fantasia e innovazione, potete dare un’occhiata qui.
Domani c’è la serata finale e io ho già in lista alcuni cortometraggi guarimberi che mi hanno tenuta incollata alla schermo e fra i quali oscilla il mio voto: credo che alla fine lo darò a quello che parla di vento, inverni sulla costa e capelli bianchi al vento.
Provate a indovinare quale scorrendo la lista dei corti in gara quest’anno! ⟶ Selezione Officiale 2017
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Segnatevi l’appuntamento per la prossima estate, venite a Guarimbeare ad Amantea!