Discorsi notturni non richiesti

il tarlo dell'ansia notturna - Mattia Labadessa

Quanti tipi di stress conoscete? C’è quello lavorativo, che magari ti tiene in tensione tutto il giorno ma che si dilegua leggiadro quando chiudi il pc e vai a berti una cosa con gli amici. Quello che ti fa sognare il lavoro quando le giornate si fanno pesanti, come mi capitava quando lavoravo in Clinica: le mie notti erano popolate di ovociti e discorsi surreali sugli spermatozoi, per non parlare degli effetti strampalati sul mio ciclo. C’è lo stress di una situazione contingente, una relazione che non va bene, una visita dal medico. E poi c’è lo stress da tarlo dell’ansia. Da buoni italiani abbiamo molte più probabilità di soffrire d’ansia rispetto ai nostri connazionali stranieri – è una mia statistica empirica e parzialmente supportata da tre anni di lavoro con donne italiane, sapete che di tanto in tanto mi piace generalizzare. Ma come ci preoccupiamo noi italiani…ben pochi altri.

Il tarlo dello stress da ansia parla a voce molto bassa. A volte durante il giorno non lo senti, perché sei immerso nelle tue attività quotidiane. Ti affanni, corri da un posto all’altro, in un tentativo ossessivo compulsivo di portarti avanti e organizzare, definire, tenere sotto controllo. Finalmente la sera ti metti a letto, pure con il sorriso sulle labbra, soddisfatta delle energie spese per portare a termine una così lunga giornata.

ansioso e il sonno labadessaE lui inizia a parlare. Cerchi di zittirlo, con tutte le tecniche possibili. Pensieri di paesaggi tropicali, pecore che saltano staccionate, ripetizioni in loop del testo di “San Martino” [unica poesia mediamente lunga che ricordi a memoria]. Ma il tarlo non sta zitto, e non ti fa prendere sonno. Anzi, te lo toglie proprio. A questo tarlo piace moltissimo raccontarti la tua vita futura, metterti davanti tutte le tue paure, previsioni, sliding doors. Una sfilza di “e se…” che manco una telenovela colombiana. Solo che nelle telenovelas i personaggi rimangono sempre giovani e appassionati anche quando ne vivono di tutti i colori, mentre il tarlo si diverte a improntare i suoi discorsi sul tic-tac del tempo che passa. Discorsetti leggeri, quindi.

Mi sento allora meno sola nel vedere illustrazioni come questa di Mattia Labadessa e  capire che ognuno c’ha i suoi tarli notturni.

E se li mandassimo tutti in viaggio insieme? Lontano, molto lontano.

8 Replies to “Discorsi notturni non richiesti”

  1. laformicascalza says: Reply

    finchè avevo l’ansia mi organizzavo. Sono sempre stata convinta che l’ organizzazione e la pianificazione fossero tutto e infatti ho portato a termine un po’ di cose. Poi all’improvvisa è sparita l’ansia, ma anche la progettualità e ora sto portando avanti molto poco…..Vorrei in realtà che quell’ ansia tornasse perchè da quando se ne è andata ho dovuto invece imparare a convivere con il fallimento

    1. trentanniequalcosa says: Reply

      Uh, la metti giù così dura? Non so se effettivamente sia solo l’ansia a farci portar a termine le cose. Magari c’è anche qualche altro motivo per cui da una parte l’ansia e sparita ma certi progetti non sono andati a buon fine…

  2. Sono sempre stata ansiosa, e faccio molta fatica ad addormentarmi la sera perchè il criceto nella mia testa continua a correre correre correre… Sai come faccio? Mi concentro su un punto del mio corpo e provo a sentirlo. Sento il contatto con le lenzuola, il calore, l’aria che si muove piano quando respiro. Ogni pensiero svanisce dopo un po’. Di solito funziona 🙂

    1. trentanniequalcosa says: Reply

      ehehe anche io ci provoooo! a volte funziona, vero, devo ancora affinare le mie tecniche di concentrazione 😛

  3. Ad occhio e croce convivo con Lady Ansia da sempre. Quando mia madre era incinta, penso fossi più preoccupata io di non essere all’altezza del mondo, che lei di diventare la responsabile di un essere totalmente incapace di indipendenza.
    Non ci separiamo mai. Lei ha un debole per me; credo mi trovi molto simpatica, per questo ha deciso di non abbandonarmi mai del tutto.
    Però ci siamo prese qualche pausa, soprattutto da quando faccio psicoterapia e ho imparato qualche trucchetto per tenerla a bada. Andare da uno psicologo (che tutti si immaginano possibile solo se sei pazzo e giri con banconote da 500€ in tasca – in questo caso W l’ASL) mi ha aiutata moltissimo. La qualità di vita cambia totalmente (i tarli rimangono ma sai come difenderti).

    Alice

    1. trentanniequalcosa says: Reply

      Mi ritrovo moltissimo nel tuo commento, uno dei primi post che ho scritto su questo blog era proprio relativo ai miei appuntamenti con la psicologa (https://www.trentanniequalcosa.com/avere-trentanni/giovedi-mattina-e-tabu-taranna-cafe/). Anche a me ha aiutato moltissimo, ho imparato a conoscere meglio la mia ansia, a focalizzarne spesso l’origine e a gestirla. Quella notturna diventa un po’ più maledetta, perché se la prende con la mia testa in fase di rilassamento…e i meccanismi di controllo vengono meno. Ma vero che ci si difende meglio e anche le relazioni con gli altri migliorano 🙂

  4. Sono stata un’ansiosa cronica anch’io. L’immagine che più di tutte può spiegare questa condizione è quella di un fiume in piena che, improvvisamente e senza un apparente motivo, si imbatteva su di me alterando notevolmente i battiti del mio cuore che arrivavano a 130 al minuto stando a riposo. La sensazione di stanchezza che ne derivava era pari a quella di una corsa durata un’intera giornata: stremata! Col tempo e con un costante lavoro di ricerca su me stessa e di dialogo interiore condotto senza intermediari ho capito che era la mia smania di controllo la vera causa di tutto ciò. Di fronte all’imprevedibilità di una situazione, in altre parole, andavo in tilt. Quando, poi, ho provato l’ebbrezza del vivere lasciandosi trasportare dagli eventi e rinunciando per sempre al mito di un’illusoria perfezione, il mio cuore non ha subito più scosse elettriche e ora, per fortuna, batte serenamente assecondando la mia crescente voglia di lasciarmi sorprendere dalla vita. Anche la testa si spegne di notte…per fortuna!

    1. trentanniequalcosa says: Reply

      Vero Linda, l’ebbrezza di quando si riesce a lasciare da parte le ansie è molto bella. Io ci sto ancora lavorando su, il mito dell’illusoria perfezione è caduto, no problem per quello…ma poi il resto rimane 🙂

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